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Manuale d’istruzione al tormentone estivo!

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Nasce il POP DA CAZZEGGIO… Scopri cos’è…

E’ il trend degli ultimi anni, oppure qualcuno dice che c’è sempre stato: la ricerca del tormentone musicale per rimanere in classifica. Ok, stiamo pur sempre parlando di commercio, perché un brano va in radio, acquisisce valore di mercato e quindi economico. Si sprigiona nelle piazze italiane e nei Festival in giro per la nazione. I numeri sono l’unica cosa che contano, e con la bella stagione non c’è altro a cui aspirare.

Ma sì, i tormentoni estivi ci son sempre stati, ma in Italia, nell’ultimo periodo, c’è una corsa sfrenata verso il motivetto perfetto per la stagione; alcuni cantanti si eclissano – o quasi – durante l’inverno, per ripiombare verso fine maggio con la loro “canzonetta perfetta”. La ricetta è uguale per tutti: ritmi latini, e a volte sempre più spesso ci si affida al ritmo reggaeton, con testi sempre spensierati e che inglobano il mondo contemporaneo citando social, serie tv o drink da evasione. C’è spensieratezza e voglia di cazzeggio, come se l’estate portasse solo cose belle. L’ascoltatore non ha più voglia di ballate struggenti, ormai la radio ci ha imparato così: in estate fuori i brani di spessore e solo pop da cazzeggio, sì, questa è la nuova frontiera della musica italiana: POP DA CAZZEGGIO!

Alcuni iniziano a cascarci seriamente, prendete come esempio Giusy Ferreri: inizio di carriera fra qualche tormentone ma anche tentativi di interpretare brani più intimi, quasi a volersi prendere lo scettro di “futura regina” dell’interpretazione. Ma le cose non vanno bene, il pubblico cala e l’interesse ne risente. Una canzone con Baby K le fa capire che c’è acqua al di là del deserto, e così da tre anni la Ferreri piomba in gamba tesa proprio verso maggio; arriva il tormentone, il ritmo caldo e frenetico, la radio diffonde e il gioco è fatto.

La qualità dopo la quantità, oppure neanche dopo. Ci si ritrovano così “autori a tavolino” che sbaragliano ogni concorrenza, lavorando in inverno all’unico pezzo da mandare per tutto l’anno. SI ragiona con la testa e non più con il cuore e né tantomeno con lo stomaco: chi fa un’operazione del genere rischia. Fabrizio Moro è uno di questi: arriva l’estate e lui pubblica il brano più anti-estivo che ci possa essere: “Figli di nessuno”, canzone di protesta e che comunica un certo malessere che fa a botte con la bella società dei giorni ricorrenti. Le radio la combattono, la mettono in disparte e anche una parolaccia così comune come “cazzo”, diventa il pretesto per censurare e farla allontanare dalla diffusione.

E poi c’è il mago del tormentone, un altro che aveva tante cose da dire, e forse ancora ce l’ha ancora, ma strizza troppo spesso l’occhio all’estate musicale: J-Ax, ormai un affezionato del genere, uno che se potesse dare un euro ad ogni suo duetto, potrebbe sfamare intere popolazioni. Lo Zio della musica italiana, però, alterna robe da tormentone con brani più di spessore, e come sempre quest’ultimi solo da ottobre ad aprile. Un tocco furbo che mostra il grande ingegno.

E poi la sfilza di nomi è lunga quest’anno: Benji e Fede, tipico prodotto a tavolino; Baby K; Irama; The Giornalisti; Semplice di Francesca Pirri; Francesco Gabbani; Boomdabash; e se anche Gigi D’Alessio e Loredana Bertè si allineano al trend, vuol dire veramente che siamo alla frutta.

Insomma, come la giri la giri, la situazione è chiara e limpida per tutti: c’è voglia di ridere e non di protestare; c’è l’esigenza di ballare e non di cantare, quasi come se una canzone potesse dettare dogmi e influenzare l’anima delle persone. Ma stai a vedere che inizia a paventarsi anche un certo tipo di trend che andremo a catalogare come “tormentone invernale?”

Un singolo alla volta, tanto in pochi hanno la pazienza di ascoltare un album, e poi in fondo, vuoi mettere 12 brani sprecati in un obsoleto cd, che invece possono coprirti 12 estati di successo? Già, siamo sempre vittime e carnefici… dello stesso metodo!

IlFolle

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