È un album prettamente rock quello che ci presenta Pia Tuccitto. Classe da vendere con estrema potenza musicale, un’ondata fresca che si infrange sul muro di una qualità musicale nazionale, molto opinabile.
E allora Pia ci presenta un album dalle sonorità energiche ma senza discostarsi dal suo background artistico.
Si parte con la canzone che dà il titolo all’intero album: “Romantica io”. Una delle migliori dell’intero album. Partenza lenta per poi esplodere in un inciso trascinante. Questo è un brano rock senza mezzi termini con una scrittura ispirata. Favolosa.
“Come nei films” è un mid-tempo sostenuto da chitarre e strofe che ci portano per mano verso un altro inciso che si stampa in testa. Non siamo ai livelli del precedente brano ma l’album si presenta davvero bene.
Questa sensazione è ancora più netta quando si ascolta “Com’è bello il tuo amore”, brano già edito e che per la prima volta viene inserito in un album della Tuccitto. Altro rock da sfondare le casse. La scrittura di Pia ha la capacità di essere dolce anche quando rimangono in sospeso le questioni. E l’inciso ne è una prova tangibile.
“Perché tutto muore” è una ballata profonda dove Pia, partendo da una storia in crisi, si guarda dentro se stessa. Non è rassegnazione ma più che altro rimorso per un tempo andato. Non esiste elettronica in questi brani, solo pianoforti, bassi, chitarre e una voce sempre sul pezzo.
“My radio”, altro brano già edito e perfetto per appunto per le radio. La scrittura è guascona e leggera; le strofe fungono da appoggio all’inciso che è illuminante e si stampa in testa dal primo momento. Scelte perfette.
Cosa dire invece di “E…”, una versione più naturale senza ingressi elettronici. Pia ama la musica suonata dai musicisti, uno stile sempre fedele ai propri valori. Il suo brano più famoso finalmente cantato dalla sua voce. La ballata capolavoro torna a casa e si veste di emozione forte. Sarà sorprendente per molti.
“Tu sei un sogno per me” è invece una carezza che ha la capacità di entrarti dentro con estrema facilità. Il brano incide la sua forza nella poesia rivolta all’amore, a quell’estremo viaggio che tutti prima o poi faremo. Ci siamo!
“Sto benissimo”. Dissacrante, provocatoria, liberatoria. Maledettamente rock e menefreghista. La Pia più anarchica che ci possa essere in un brano di una potenza mostruosa. Ecco perché Pia ha una marcia in più.
“Stupida per te” è personalmente il brano meno riuscito. Forse lo è per il suo andare lento che stenta a decollare in un inciso non a livello degli alti. Ma qui Pia carica di emotività un attimo eterno, e infatti il testo risulta essere uno dei migliori.
“Quante volte sono da sola con te” è un altro brano che non convince appieno. Più che un vero brano è un rock sperimentale potremmo dire, dove la musica è la protagonista indiscussa legata ad un testo più che minimalista. Un piccolo esperimento che rimane solo un breve intermezzo fra una canzone e un’altra.
“7 aprile”, altro brano già edito. Bè, il capolavoro. L’essenza di Pia. C’è la primavera in questa canzone, ci sono chitarre affilate per entrarti dentro ma senza dolore: solo poesia, romanticismo e tremenda energia nell’inciso. Chapeau.
Si conclude nel migliore dei modi uno dei migliori album italiani degli ultimi mesi. Esclusi pochi episodi, finalmente un rock al femminile come non se ne sentivano da tempo, con scelte musicali non per strizzare l’occhio alle mode del momento ma per rimanere nel tempo.
Ciò che è chiaro più di tutto, è che un artista del genere come Pia, non cede il passo a nessuna moda passeggera per ricercare un successo facile ma prosegue la sua strada pur cambiando qualcosa per non rimanere uguale a quella di prima.
Voto album 8