Cesare Cremonini come mai riempie gli stadi? Bé, si potrebbe fare anche la domanda inversa: “Perché non dovrebbe riempire gli stadi?”
Una domanda è sempre una sorta di diktat esistenziali con il quale ognuno di noi deve farci i conti. E quando si parla di musica l’attenzione va subito ai numeri, ai Sold-Out, alla sfrenata corsa contro il tempo per diventare un artista di successo.
Prendete uno come Cesare Cremonini: esploso con i Lunapop come fenomeno commerciale e di costume. Singoli che spopolano nelle radio e un grande successo di fan al seguito. Poi succede che quel gruppo si sfascia e il buon Cremonini deve reinventarsi.
Da solo tutto è più difficile: quel mondo dorato sembra così piccolo e a tratti spaventoso. Così decide di puntare sulla qualità, raccontando il suo mondo senza più l’ansia delle classifiche. La partenza è difficile. Il pubblico sembra non capire. Le piazze gratuite non vengono neanche riempite del tutto.
Ma Cesare non demorde: scrive, pubblica album di spessore dove la qualità testuale viene abbinata a delle grandi musiche dal sapore internazionale. Da enfant prodige amato dalle ragazzine, Cremonini si trasforma in un cantautore di nicchia che racconta il mondo circostante con una grande originalità testuale.
Le hit iniziano a trascinare i vari lavori mentre le piazze gratuite sono sempre più gremite. Il cantautore bolognese inizia ad entrare nel cuore di tanti italiani grazie a dei concerti tirati: brani movimentati si alternano a ballate che iniziano a fare la storia.
Intanto in tv lo si vede poco: una sua scelta, sempre oculata e piena di vantaggi.
Il pubblico cresce. Le piazze gratuite diventano palazzetti. Le giovani fan diventano più grandi e a loro si aggiunge una cospicua fetta di appassionati che non ricordano quasi più, quel ciuffo biondo venuto giù con la vespa. Non si rinnega nulla, anzi, semplicemente è che Cesare è cambiato rispetto agli esordi.
Il suo progresso ha coinciso con uno stile di scrittura personale, un’ondata che è andata avanti forse nel silenzio dei media. Cesare lascia parlare la musica: anche quando qualche gossip ha circolato su di lui, è rimasto al di fuori di tutto badando solo al suo pianoforte magico.
Nel 2018 è arrivato il grande azzardo: Cesare Cremonini negli stadi italiani. Ironie e attacchi sui Social, tutti a ridere per un osceno tentativo di “far cassa”. San Siro, Bologna, l’Olimpico di Roma, Lignano, no, tutto era esageratamente più grande di lui. Ma, come ogni favola che si rispetti, ogni stadio viene riempito con facilità, tanto che non solo si conclude il tour con un successo che sorprende tutti, ma il buon Cesare ripunta sul suo cavallo vincente: Stadi 2020, con prevendita anticipata di un anno.
E i biglietti vengono venduti con velocità, e l’azzardo diventa tocco sublime portato avanti solo dalla sua musica. Niente campagne pubblicitarie virali, tormentoni estivi o duetti creati a tavolino. Semplicemente l’essenza di portare, all’interno della musica italiana, un mondo fatto di personaggi e storie incredibili.
“Perché Cesare Cremonini riempie gli stadi?” si chiede ancora qualcuno. Allora, ora lo sai bene: perché invece non dovrebbe??
IlFolle