Che il Liga abbia ritrovato un po’ del suo talento perso nei meandri del tempo, per me è cosa ormai evidente! Lo avevamo scritto per l’ultimo album di inediti START, e lo possiamo confermare anche per 7 che ha il compito di celebrare 30 anni di carriera, e farlo senza il solito best of.
Già questo di per sé, è un punto a suo favore perché a distanza di un anno non c’era per forza bisogno di un altro album di inediti per celebrare 30 anni di carriera; invece il Lucianone nazionale vuol farci ascoltare brani nuovi, che non hanno in questo modo la necessità di uscire tanto per uscire, ma anzi, hanno intrinseco in essi, la certezza che ogni intenzione è frutto di una grande esigenza nel comunicare qualcosa di particolare!!
“La ragazza dei sogni” è forse uno dei migliori brani degli ultimi dieci anni, dove ritroviamo un Ligabue ispirato nel testo e trascinato da un inciso potente e che riesce ad inchiodarti e mai stancarti.
“Mi ci pulisco il cuore” è quel mid tempo che dà sensazioni di vecchi ricordi ma che non sconfina mai nel già sentito. Un equilibrio perfetto per uno dei brani più belli dell’album. Per me già una piccola perla.
“Si dice che” è un rock che porta sonorità moderne fra chitarre potenti e batteria che tiene il tempo in modo incisivo e penetrante. Il testo è una sorta di testamento verso la realtà che il Liga sta vivendo, tenendo sempre presente del suo passato pieno di mille sfumature. Non è una canzone su quello che è stato ma su quello che è!
“Un minuto fa” si apre con la chitarra acustica che fa da incipit stupendo e ci riporta negli anni 90. Sonorità da “Buon compleanno Elvis”, una scia che ripercorre passi già visti. L’inciso tiene su il brano anche se forse qui siamo ad un livello inferiore rispetto alle tre tracce già ascoltate, ma siamo comunque su una qualità ben al di sopra della sufficienza.
“Essere umano”, un altro rockettone e ancora più potente del primo. Qui Ligabue mette dentro un inciso pronto per i live, ed è proprio questa la sensazione che si ha nell’ascoltare questo pezzo: il nuovo rock per i prossimi concerto e chissà, magari, proprio la canzone d’apertura dei concerti post-covid. Testo molto ispirato che è una fotografia dell’essenza degli essere umani a discapito di un becero apparire!
“Oggi ho perso le chiavi di casa”. Atmosfera intima, che con il passare dei secondi vede l’ingresso di altri strumenti e mai di elettronica. Infatti, l’album porta con sé un Luciano Ligabue puro, vecchio stile, senza nessun ingresso della computerizzazione nella musica: altra scelta vincente. Il brano ha forse nell’inciso il suo punto più debole che non risalta come le strofe piene di ritmo e ispirate nel testo ma sì, è un altro brano da 7!
“Volente o nolente” con Elisa, è la migliore ballata dell’album che non solo ha una melodia dolce e perfetta per l’alternarsi della voce dei due artisti, ma ha anche quell’inciso radiofonico che può entrare nel cuore dell’ascoltatore comune. Magari non sarà un brano che metterei nella top 5 degli ultimi anni ma è comunque godibile e con un testo che ha un suo perché!
Insomma, è un album che resta su alla grande, con alcuni brani che mi fanno dire senza dubbio che è tornato il migliore Ligabue degli ultimi anni, ispirato e con nuove idee musicali. Se vogliamo essere pignoli manca il vero capolavoro ma penso che sia meglio un album con cinque brani da 7 o 8, piuttosto che uno da 10 e gli altri appena sufficienti o giù di lì.
Bravo Liga, i 60 anni portano sempre un grande rinnovamento!
VOTO ALBUM: 8
Davide Beltrano IlFolle