Andiamo all’interno di un album pieno di qualità…
“Possibili Scenari” è il ritorno di Cesare Cremonini sulla scena musicale italiana. Un ritorno che coincide con un boom pazzesco di vendite in vista di un tour fantastico che porterà Cesare negli stadi italiani, passando da San Siro, Olimpico di Roma, il Dall’Ara e Lignano Sabbiadoro. Tutte date già con prevendite sopra la media.
E allora andiamo dentro quest’album della consacrazione.
“Possibili scenari” è la tracklist del nuovo lavoro discografico. Un mid tempo pronto per le radio con un testo bellissimo che va dentro ai perché della vita. Uno sguardo verso le nostre esistenze, a tratti così pesanti da farci crollare sotto il loro peso. È un brano perfetto per un inizio da chapeau.
“Kashmir-Kashmir” invece ci fa andare un livello, forse anche due, sotto. Un tormentone disco che non decolla, non convince con i suoi suoni plastificati mentre il testo ha il suo perché: provocatorio e moderno. Però quando il brano dovrebbe coinvolgere tutti con un inciso trascinante rimane inchiodato ad un tentativo musicale poco chiaro. Forse l’unico brano che non mi ha convinto del tutto ma chissà, forse quest’estate lo sentiremo spesso nelle radio?!
“Poetica”: a mio avviso il miglior singolo italiano del 2017, una ballata d’altri tempi, un testo poetico trainato da una musica elegante. Un tocco da numero dieci, un singolo che è due, tre spanne sopra a tutti. C’è modernità, poesia, qualità da vendere. Questo è il manifesto del nuovo Cremonini, e che manifesto!
“Un uomo nuovo”, altro brano che convince, questa volta non tanto per la musica sparata al massimo e che si allinea ai suoni contemporanei molto computerizzati, ma per un testo che parla di tutti, perché nessuno si potrà sentire al sicuro, pronto a buttarsi in rimpianti e soliti sbagli ma perché no, anche nuovi inizi. E poi quel verso da scrivere sui muri mille e mille altre volte ancora: “Ma tu credi davvero che per volare basti un grande salto?!”. Togliamoci il capello dinanzi ad una frase che non è solo una semplice frase… ma è vita che scorre.
E con “Nessuno vuole essere Robin” arriva un altro grande capolavoro dell’album. Sì, capolavoro perché questo brano è una ballata intima, dolce… sopraffina. Un tocco di classe che sale di intensità e che getta uno sguardo su questi giorni dove tutti vogliono sentirsi protagonisti, numeri dieci, nessuno vuole stare in disparte, tutti centravanti e nessun mediano. Un mondo pieni di geni ed eroi: nessuno vuole essere più Robin. Metafora poetica per una canzone che dimostra tutta la maturazione artistica di Cremonini. Qui si potrebbe anche chiudere il disco e andare fuori. Da applausi!!
“Silent Hill” invece è un pop elettronico che non aggiunge né toglie niente all’album. Atmosfere quasi alla Omar Pedrini per un racconto cinematografico. La musica è un’altalena che a volte va su per poi calare di ritmo. Più che un brano con un suo perché qui Cremonini sperimenta un po’ e il tentativo finisce con un risultato non convincente del tutto. Non male ma neanche benissimo.
“Il cielo era sereno”: la bellezza della musica tutta in questo brano. I pensieri vanno indietro, le immagini arrivano dirette senza filtri. La musica è sognante, perfetta per dare quel senso nostalgico che tutti abbiamo dentro. È un brano forte, profondo, che vuole e riesce a trasmettere tanta malinconia. Sarebbe un ottimo singolo, proprio un ottimo singolo.
“La Isla”, qui Cesare Cremonini tenta la strada del tormentone facile, quello che non pretende nulla ma si lascia andare leggero e libero. E anche quando prova questa strada, Cremonini non sbaglia confezionando comunque un brano con un suo perché e che potrebbe diventare una hit estiva, e diciamocela tutta, qua si vede proprio la differenza fra un cantautore di spessore e autori di canzoni improvvisati: l’ultimo pur di fare un tormentone scrive qualsiasi cosa purché si abbini alla musica, il primo invece non sbanda mai dando sempre una linea concettuale con un suo perché musicale.
“Al tuo matrimonio”. Scanzonata, divertente, ironica e con quel dolce senso romantico di chi è disperato ed è all’ultima spiaggia. Strofe sempre piene di umorismo e pungente verità. Lui, lei… e l’altro da contorno. Una dichiarazione d’amore senza pretesto. Brano simpatico che sta bene nella totalità del lavoro discografico. Altra possibile hit radiofonica?!
“La macchina del tempo”: eccolo l’ultimo capolavoro dell’album che va a chiudere una top 10 da incorniciare. Si va nuovamente indietro con i ricordi mentre il mid-tempo ci trascina via, letteralmente altrove. Come un poeta dell’incanto, Cremonini qui lascia andare il suo io per scrivere una canzone che racchiude tutto quello che avremmo voluto avere e non abbiamo. E poi strofe che rimangono dentro: “Guarda che strani scherzi fa il vento ci porta via leggeri in un solo momento. Guarda che strani scherzi fa il vento porta via le paure in un solo momento”. E poi un finale strumentale da pelle d’oca che non bada al tempo radiofonico, infatti questo è un brano per palati finiti, non per tutti, per i fans più affezionati, per gli amanti della musica leggera italiana. Da standing ovation.
Si conclude così un album maturo, con dei capolavori assoluti e brani più leggeri ma quasi sempre con una ragione di esistere. Questo per Cremonini è l’album della consacrazione, quello che lo porta nell’Olimpo dei grandi trascinato anche da un tour che sarà memorabile. Dai Luna Pop a “Possibili Scenari”, ma quanto tempo è passato, quanta differenza artistica c’è. Chi l’avrebbe mai detto che il cantante delle grandi hit sarebbe diventato uno dei miglior cantautori moderni?!
Voto 8.5
Davide Beltrano IlFolle